Scuola, come si ritorna in classe a settembre tra green pass e mascherine: raccomandazioni del Cts


Il Cts ha risposto ad alcuni quesiti posti dal ministero dell’Istruzione, per il ritorno in classe di docenti e studenti a settembre. Spunta l’ipotesi del green pass obbligatorio per i docenti, ma anche per gli studenti il certificato verde potrebbe essere fondamentale per eliminare il distanziamento sociale. Resta l’obbligo di mascherine in aula.

La scuola si è fermata appena un mese fa, me è inevitabile discutere già delle regole per la riapertura. Gli esperti del Cts hanno risposto ad alcuni quesiti posti dal ministro dell’Istruzione Bianchi. Ansa ha diffuso alcuni passaggi del verbale. Secondo i tecnici tutto il personale scolastico deve essere vaccinato. Per questo consiglia l’inserimento o il mantenimento del personale della scuola tra le categorie da vaccinare con priorità e, vista la recente approvazione del vaccino di Pfizer/BioNTech dai 12 ai 15 anni, l’inserimento, in queste categorie, degli studenti dai 12 anni in su.

Il Cts fa inoltre una forte raccomandazione al governo affinché ogni sforzo sia fatto per raggiungere un’elevata copertura vaccinale di docenti e non docenti, sia promuovendo delle campagne informative, sia individuando delle misure, anche legislative, appropriate, per arrivare al maggior numero di immunizzati possibile, in particolare in quelle Regioni che risultano più indietro nella campagna vaccinale.

Sì a utilizzo mascherine in classe


Il Cts ritiene inoltre “assolutamente necessario” dare priorità alla didattica in presenza per il prossimo anno scolastico, non solo per la formazione ma anche per lo sviluppo psicologico dei ragazzi; sostiene l’importanza di promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico quanto degli studenti; infine raccomanda il distanziamento, ma laddove non sia possibile applicare la misura resta fondamentale mantenere l’uso delle mascherine di tipo chirurgico nei luoghi chiusi.

Green pass per personale scolastico e addetti alla mensa


Nelle mense scolastiche il Cts raccomanda l’utilizzo delle mascherine da parte del personale che serve i pasti e, dove la soluzione sia giuridicamente percorribile, suggerisce anche di ricorrere al green pass. La novità rispetto all’anno scorso anno è il ritorno al servizio mensa tradizionale: non sarà più necessario quindi ricorrere alle porzioni monouso.

Andranno predisposti punti per l’igienizzazione delle mani all’ingresso e all’uscita. Per quanto riguarda i test, il Cts ritiene che non debbano eseguirsi test in ambito scolastico né screening antigenici o anticorpali per la frequenza scolastica. Nessun test diagnostico preliminare è necessario per accedere alle strutture scolastiche, mentre – dove tale soluzione fosse giuridicamente percorribile – può ipotizzarsi la richiesta del green pass per il personale. Al momento però c’è ancora un 15% tra i docenti che non intende vaccinarsi. Per loro si può ipotizzare un obbligo vaccinale, come quello previsto per i sanitari? In realtà le scuole italiane al momento non possono fare a meno del 15% dei professori, l’organico è sottodimensionato.

Nel caso di sintomi di infezione acuta delle vie respiratorie del personale scolastico o degli studenti, si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della Asl competente. Quanto, infine, alle misure di igienizzazione degli ambienti, il Cts raccomanda la pulizia quotidiana, accurata e ripetuta, di tutti gli ambienti.

Green pass per gli studenti


Un’altra delle soluzioni percorribili, su cui il ministero ha interpellato gli esperti del Cts, è quella del green pass per gli studenti, ovviamente per quelli in età vaccinabile (cioè dai 12 anni in su). Il ministero di Viale Trastevere ha chiesto ai tecnici di esprimersi su questo aspetto: è possibile eliminare il distanziamento tra gli studenti se questi hanno la certificazione verde? Chiaramente poter superare il distanziamento tra i ragazzi permetterebbe di far tornare tutti in presenza, senza doppi turni e senza problemi di spazi. Non è una soluzione eventualmente che potrà essere applicata indiscriminatamente a tutto il territorio, ma bisognerà valutare Regione per Regione. Uno scenario possibile è, secondo il Messaggero, l’individuazione di una soglia di copertura vaccinale, oltre la quale il distanziamento non sarà più necessario.

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